giovedì 17 febbraio 2011
I Carri Floreali Delle Processioni
I carri floreali delle processioni in Atripalda sono nati intorno alla fine degli anni 50 in un piccolo quartiere di Atripalda 'ngoppa e monache ovvero in Via. Cammarota con la festa di S. Anna. Negli anni 50 non c' erano automobili, e chi le possedeva era considerato un benestante. Il signor Pietro Giannattasio, era un commerciante di Via. Cammarota che vendeva l' olio per cucina e in quei quattro giorni che precedevano la festa, lui non lavorava, perche' orgoglioso di dare un qualcosa di suo personale per la festa, donava il suo camion. Il carro veniva realizzato sulla strada in uno spazio a rientrare vicino al convento delle suore di Santa Maria Della Purita', di fronte ad un piccolo negozio di detersivi e biancheria intima della famiglia Giuseppina e Nina D' Agostino. Gli addetti alla realizzazione del carro insieme ai ragazzi del quartiere e degli operai della tipografia Imbimbo e del barbiere Giuseppe Annunziata, cinque o sei giorni prima della festa si recavano alla falegnameria Aquino e alla vetreria Capaldo per ricavare dai coperchi delle casse del vetro, il legno che doveva servire per la realizzazione del carro. I coperchi delle casse di legno venivano schiodati davanti al monastero delle monache e finanche i chiodi venivano raddrizzati dai ragazzi del quartiere in quanto non si comprava niente, tutto doveva essere riciclato. Il maestro preparatore il grande Antonio De Santis ideava il bozzetto e lo sottoponeva in visione agli altri componenti del comitato festa di S. Anna: Giuseppe Imbimbo, Gerardo Pellecchia, Sabino Loffredo, Giuseppe Annunziata, Giovanni D' Agostino, Carlo Cucolo, Arturo Tozzi, Sabino Tozzi, Nino Battista, Gioso Tirone, Fortunato Trezza, Gabriele Infante. La costruzione dell' armatura, avveniva sulla strada mentre la restante parte veniva realizzata all' interno del chiostro del monastero delle monache. Un giorno prima della festa, il tutto veniva montato sul carro. In quegli anni c' era molta rivalita' tra i comitati feste, a chi preparava il carro piu' bello, piu' grande, piu' alto. Il carro aveva un significato, era l' omaggio della gente del quartiere al Santo, alla Santa, alla Madonna, e quindi per la sua realizzazione si mobilitava l' intero quartiere. In una festa di S. Anna un altro comitato festa presto' un camioncino al quartiere di 'ncoppa e monache, ma il giorno della festa, il carro per causa di un guasto meccanico non riusci ad andare in moto, allora i componenti del comitato festa non sapendo come fare, ebbero l' idea di contattare il signor Panarella che abitava in Contrada San. Gregorio, il quale possedeva due buoi da traino, e la sfiga divento' un' altro successo. Ancora oggi tutti ricordano la bellezza di quel carro. Negli anni a venire altri comitati festa come S. Rita, S. Antonio, La Madonna Del Carmine, S. Sabino, iniziarono anche loro a realizzare per le feste bellissimi carri per le processioni. In tutti questi anni per la loro realizzazione si sono alternati tanti bravissimi maestri ne cito qualcuno: il primo maestro Antonio De Santis, poi Mario Cucolo, Filippo Di Gisi, Luigi Peluso, Vincenzo Del Mauro, il professore e pittore Antonio Famoso, il professore Antonio Avallone, Giuseppe Avallone, Sabatino Caputo, Carmine D' Agostino un ragazzo del quartiere di 'ngoppa e monache, e il pittore Antonio Moleta. Chi non ricorda i due ultimi grandi carri realizzati per le processioni di S. Antonio negli anni 90, con i colombi, la fontana e le alte colonne con lo stemma, peccato dopo quei carri ne sono stati realizzati altri, ma di piccola entita', tanto da eliminarli definitivamente. Oggi e solo un piacevole ricordo purtroppo i comitati festa per gli alti costi di realizzazione, ma maggiormente per mancanza di volonta' hanno deciso di portare a spalle le statue del Santo, della Santa o della Madonna. Mi auguro e spero che un giorno non molto lontano ritornano di nuovo nelle processioni quei meravigliosi carri addobbati e colmi di fiori colorati.
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